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  • Immagine del redattoreChiara Cosentino

E' questione di equilibrio!

La condizione cronica di stress, che tanto ci affligge in quest'epoca, che ci fa percepire un'intensa sofferenza, e di cui sentiamo il bisogno di doverci liberare per riuscire a vivere a pieno la nostra vita, è data da un'assenza di equilibrio della nostra mente e del nostro corpo (vedi post "Lo stress: la scoperta di due sistemi, tra mente e corpo").

Per recuperare l’equilibrio, non basta disattivare il Sistema Simpatico, bisogna attivare il Sistema Parasimpatico.


Per farlo, è necessario che le nostre sensazioni, il nostro sistema percettivo, ci comunichi che siamo al sicuro, che possiamo abbassare la guardia e sentire gratitudine per quanto abbiamo attorno e abbiamo costruito, sentirci apprezzati ed apprezzare, avere il tempo fare quello che ci dà piacere, goderci quei momenti di assenza di minaccia.


Riequilibrare questi sistemi può sembrare impossibile, sono sistemi Autonomi, scollegati dal nostro comando volontario.

Possiamo investire tempo ed energia nel comandare al nostro cuore di battere più lentamente, ma lui non lo farà, continuerà a reagire a qualcosa che sembra invisibile.

Ma il punto di ripristino di questa macchina, esiste.

Il Sistema Nervoso Autonomo è molto ben collegato al nostro cervello, solo non direttamente a quella parte del cervello che crea i pensieri che sentiamo, da cui partono i comandi espliciti che ci diamo, la corteccia prefrontale.

E’ collegato, invece, ad uno strato più profondo del cervello, le strutture sottocorticali, dove si generano le emozioni e dove hanno origine i processi di base della nostra sopravvivenza, come il respiro.


Ed è esattamente usando questa risorsa che possiamo riequilibrare i nostri sistemi. Imparando a respirare in modo calmo, rilassato, mettendo il nostro corpo nella condizione di attivare il sistema Parasimpatico e quindi comunicare alla “macchina dei pensieri” che è tutto ok, che in quel preciso momento siamo al sicuro. E sostenendo questo con la ricerca delle emozioni che si accompagnano a questo senso di sicurezza: la gratitudine, l’apprezzamento, la cura. E’ un allenamento costante, che non può scindersi dal porsi domande su che cosa impedisce di sentirsi al sicuro, sul perché il nostro insieme mente-corpo percepisce una minaccia dove, magari, c’è soltanto un’email.

Ogni individuo è unico ed irripetibile, e ognuno di noi reagirà in modo diverso a stimoli diversi. Quindi dalla consapevolezza e dalla conoscenza di se stessi e del proprio funzionamento, che nascerà il ritorno all'equilibrio. L’obiettivo non sarà cancellare lo stress, ma riconoscere queste reazioni come del tutto proprie e speciali, non sentirsi sopraffatti dall'ineluttabilità di queste, ma piuttosto imparare a giocarci, a calmarle, a convertirle, a comunicare al nostro corpo e alla nostra mente “tranquillo, non è una minaccia, tu stai bene, qui ed ora sei al sicuro”.

Questo darà l’opportunità di esprimere al meglio in quello stesso momento le proprie potenzialità, che questo riguardi la propria performance o la capacità di entrare in relazione con gli altri.

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